PROGETTO "IL GUARDAROBA"














Progetto "Il Guardaroba"
(Collegato al Progetto "Non più Solo" )
Via G. Mazzini, 21 - 51010 Massa e Cozzile - PT (nuova sede)



Il Progetto "Il Guardaroba" è realizzato attraverso la raccolta di vestiario (indumenti, tendaggi, scarpe, borse, pellame, biancheria), utilizzando i cassonetti di solidarietà e la raccolta a domicilio o "porta a porta" da parte dei volontari dell'associazione, con la gentile partecipazione della cittadinanza.
Il ricavato viene investito nei programmi di solidarietà e permette di realizzare un vero e proprio guardaroba a disposizione di chi può averne bisogno. Sul territorio è attivo un centro di raccolta e distribuzione di indumenti.
L’Associazione sarà in grado di fornire in caso di bisogno qualsiasi dettaglio e/o informazione.






Riassumiamo gli aspetti principali della raccolta e delle sue finalità:
1. Oggetto della raccolta
Gli indumenti puliti devono essere preparati in sacchi chiusi. Si raccolgono abiti, maglieria, biancheria, cappelli, coperte, cinture, cuoio, giocattoli e scarpe in buono stato.
2. Inserimento Sociale
Il servizio ha come finalità l’inserimento di persone a rischio di esclusione, in relazione alla condizione sociale, con disabilità o altro motivo che ne determini il rischio e sono finalizzati a sostenere il percorso di integrazione ed il raggiungimento di autonomie personali;



 



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Mitumba, il viaggio di una maglietta dalla Germania alla Tanzania
La maglietta di Felix, un bambino tedesco di 10 anni, finisce nel cassonetto per la raccolta di abiti usati, da qui parte per un cammino che la condurrà attraverso due continenti: donata, poi raccolta, poi venduta e comprata più volte, arriverà al termine del suo viaggio a essere indossata dal suo nuovo e ultimo proprietario, Lucky, un bambino di 9 anni in uno sperduto villaggio della Tanzania. In alcuni paesi africani i vestiti usati costituiscono la prima voce di importazione, infatti il 90% della popolazione si veste di seconda mano. Li chiamano "I vestiti dei bianchi morti" perché in Africa é inconcepibile pensare di disfarsi di cose ancora utilizzabili a meno che non appartengano a un morto.